Scienza e medicina tra efficacia e significato

Relatori:
Laura Borghi, medico;
Daniele Nani, medico;
Stefano Pederiva, farmacista.

La pandemia da Sars-CoV2 ha fatto emergere in modo radicale un nodo filosofico fondamentale che ha attraversato la storia del pensiero occidentale dai tempi di Aristotele ai nostri giorni. Tale nodo ha primariamente a che fare con il rapporto tra l’essere individuale e le categorie che racchiudono le sue determinazioni come quelle di genere e di specie che hanno animato la disputa medievale intorno agli universali. Nel mondo contemporaneo dominato dal positivismo e dal relativismo, in tutte le sue gradazioni, legate ai diversi livelli di consapevolezza epistemologica di coloro che professano e narrano la scienza, ha prevalso l’idea che le verità efficaci consistano solamente nei risultati e nelle affermazioni che provengono dalle cosiddette scienze di fatti. In particolare i “fatti” sono il risultato della riduzione del qualitativo al quantitativo e possiedono nella loro struttura ontologica un elevato grado di astrazione dovuto alla sempre maggior complessità della formalizzazione della natura attraverso algoritmi sempre più sofisticati. Ora, in medicina, con il prevalere dei metodi della medicina basata sull’evidenza (EBM), i risultati e le affermazioni scientifiche provengono essenzialmente dalla capacità di sottoporre popolazioni di oggetti a procedure statistiche rigorose. Per fare ciò, le persone, ossia i candidati che partecipano a un esperimento, devono venir spogliati completamente dalle loro determinazioni individuali e biografiche al fine di rendere il più possibile omogeneo il campione preso in esame. In questo contesto la popolazione statistica prende il posto di ciò che anticamente erano il genere e la specie, e le entità spogliate dalle loro caratteristiche qualitative prendono il posto di ciò che era l’individuo nell’antica metafisica. Da soggetti vengono così ridotte a oggetti. Tutto ciò è frutto del processo di progressiva astrazione della natura vivente e dell’essere umano messo in atto, a partire dal nominalismo medievale, soprattutto attraverso la corrente dell’empirismo inglese e il successivo positivismo. Il sistema delle leggi logiche dell’antica metafisica costituiva la controparte interiore di ciò che gli astronomi elaboravano nello studio dell’universo fisico. Nonostante dal Rinascimento scientifico ai nostri giorni l’eco dell’antica metafisica aristotelica si sia progressivamente attenuato, i concetti di genere, specie e individuo, che rappresentano l’elaborazione della visione platonica delle idee da parte di Aristotele, posseggono ancora una formidabile potenza logica, la cui importanza è stata riaffermata, ad esempio, dall’analisi di Husserl sulle cosiddette ontologie regionali. Con la computer science e con l’avvento del digitale e dell’Intelligenza Artificiale (IA), attraverso i dispositivi al silicio si è aperta la porta verso un altro universo, differente dall’universo astronomico, che possiamo chiamare universo virtuale. A questo livello si sta sviluppando un’ontologia dai contorni ancora poco chiari che gli studiosi di neuroscienze e di scienze cognitive stanno cercando di elaborare. Questo universo virtuale sta entrando in gioco fortemente nella biologia e nella nuova farmacologia. I farmaci a mRNA, che costituiscono la base dei nuovi vaccini contro la Covid19, sono stati infatti realizzati in così breve tempo anche con l’aiuto della Intelligenza Artificiale.

La medicina umana e, più in generale, le scienze del vivente, da tempo ormai sradicate da ontologie in grado di indagare il significato, rischiano di rimanere preda di un concetto di verità totalmente basato su criteri di funzionalità e utilità. È assolutamente inaccettabile un criterio di verità basato sull’efficacia che finisca per considerare vero solo ciò che funziona, indipendentemente da ciò che significa. Riteniamo quindi necessario far ricorso urgentemente a una visione del mondo e della natura e a metodologie che tengano conto dell’elemento qualitativo e riconoscano le determinazioni individuali tipiche della persona umana. Questo è il compito primario della medicina antroposofica e delle scienze naturali goethiane per il futuro dell’umanità. Diversamente, la tendenza all’eliminazione delle differenze, legata alle necessità della medicina basata sulla statistica, rischia di distruggere la categoria della persona, creando una medicina fondata sull’omologazione.

Milano, 10 febbraio 2022

Laura Borghi e Daniele Nani

Data: Martedì 01 Marzo 2022 ore 20:45
Relatori: Laura Borghi medico, Daniele Nani medico.
Sede: Artemedica – Via Belgirate 15, 20125 Milano
(MM3 – Bus 42 – Tram 5, 10) 

Per informazioni:
Laura Borghi 3473076407 – Daniele Nani 3319567038

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